Troneggiando la Mesopotamia e orgoglio Curdo

21 agosto 2011

La sveglia questa volta è rilassata alle 9 colazione questa volta più contenuta, niente frittatina curda, e via verso Mardin. I 500 metri che li separano dalla stazione dei minibus in centro sono costellati da “hello” e where you from? E “what your name”, per checco un totale deja vu dell’Iran che inizialmente è piacevole ma a lungo andare diventa un vera rottura…, ma la predisposizione è positiva quindi le fermate per foto e conversazioni inesistenti si ripetono. Minibus per l’otogar, e arrivo veloce, come sempre vengono catturati per il primo bus e via verso la polverosa ma bella Mardin. Durante in viaggio in mezzo al nulla i due incontrano uno studente, si prova a parlare del problema curdo ma il tipo glissa velocemente e la curiosità dovra restare ancora non soddisfatta, ma non per molto…
Arrivo a Mardin con 38 gradi di sole, e si inizia la solita passeggiata lenta ma decisa verso i punti di interesse. Ma le stradine sono piu attrattive della strada principale, e alla prima si lanciano dentro. Il panorama che offre e quello che cercavano, Mardin è abbarbicata su una collina che sovrasta la Mesopotamia e l’inizio della Siria, portanto la foschia non permette la vista voluta ma capiscono perché questa città fu meta di conquiste di tutti gli eserciti che passavano di li. Cercando la chiesa Armena checco nota una porta aperta e si fionda dentro, tre donne che stavano spettegolando li accolgono co la solita gentilezza ma questa volta non curda ma siriana, qualche foto e con la faccia tosta scroccano un caffè siriano che risulta più speziato del classico curdo. Salutando gentilmente escono e tornano a perdersi nei viocoletti trovando la chiesa armena ma chiusa…seguono e trovano una moschea dove un gruppo di pestiferi bambini vogliono foto e giocare, i due entrano nel cortile titubanti (se entriamo ci linciano?) i pregiudizi cadono quando vengono invitati ad entrare e a partecipare alla preghiera, si siedono in silenzio e rubano tra foto e video il momento ‘sacro’ ,intanto i bambini continuano a voler giocare uno in particolare si fornisce di uno spruzzetto e in barba alla severa legge coranica impervsa nel cortile della moschea coinvolgendo i due curiosi stranieri. Salutato con difficoltà il gruppo di pargoli che intanto diventava sempre più insistente e pretenzioso (money money!), il caldo sale sempre di più e si avviano verso il centro città nella strada principale.
Trovano a fatica il ristorantino gestito da una ong a favore delle donne maltrattate e fanno un pranzo ottimo, per una volta niente kebap! Accanto a loro si siede un gruppo di curdi di cui il ‘capo’ spocchioso inizia a vantarsi del suo viaggio a Venezia lamentandosi che a Venezia nessuno lo badava…e che le donne italiane non erano belle…A questo punto presi da un rigurgito patriottico i nostri eroi rispondono che a Venezia passano milioni di turisti e che quindi e normale che non gli avessero steso il tappetino rosso sul ponte di rialto e che forse non le aveva mai incontrate le donne italiane…
Cay (the) sulla terrazza con vista panoramica e visite in sequenza di Madrassa ( scuola coranica) poste locali in un bellissimo caravanserraglio (forse l’unico posto al mondo dove l’attesa può rivelarsi piaevole), e chiesa Cadea ortodossa che per trovare l’entrata ha costretto checco e roby a fare due giri delle mure e 23 rischieste di informazioni…ma il caldo e la polvere di questa cittadina dalle case color miele inizia e spossare i due che cercano una birretta ristoratrice…. Macché! Niente birra ! Non era venduta e quindi ramadan anche per loro…verso le 17 si avviano verso l’otogar che era non proprio in centro, passeggiata in compagnia di altri viandanti e attesa di partire. Per arrivare a quello finale vengono contrabbandati su tre ulteriori minibus (altro deja vu di checco , tra hopa e trebisonda). Finalmente caricati su quello finale stipati si addormentano esausti, ripagati poi da un tramonto che creava un cielo rosa che in Italia e sempre sporcato dall’inquinmento produttivo delle nostra fantastiche e moderne città… Arrivati all’hotel i due combattono con l’intestino pigro (vincendo!) e rilassati vanno in cerca di un posto ameno dove cenare. Passando davanti ad un autoblindo parcheggiato davanti al posto di polizia…. Entrano nel caravanserraglio adibito a ristorante e tra il giacchio vaporizzato che rinfresca l’aria si siedono e fanno amicizia con Hassan il cameriere che parla inglese e inziano a scherzare sulla macchina fotografica. Pasto classico e Hassan cerca di dialogare con i due che sono disponibili e curiosi di conoscere qualcuno oltre il where Are you from.
A loro si aggiunge Alexader (che si definisce ‘the great’) e alla domanda’ why there is a tank in the street?’ la risposta ‘Because today is a day of figth!’ avvia quella discussione che si voleva avviare da quando erano arrivati. Pochi giorni prima erano stai uccisi 5 curdi iracheni e l’autoblindo era un deterrente per i ribelli curdi. C raccontano che sono osteggiati in tutti i modi , dal lavoro ai visti sul passaporto, Hassan racconta che aveva provato a viviate a Istanbul ma dopo essere stato assalita da 4 turchi decise di tornare, alexander racconta che i fratelli che vivono a Izimr non riescono a fare affari come potrebbero e che ad Ankara, dove aveva portato l’anziana madre, un medico non poteva curarla come voleva perché non turca. Sono orgogliosi e si ritengono vittime dell’ostilità turca nei confronti del loro popolo, vogliono vivere rispettati come tutti gli altri, ma non riuscendoci sognano di venire il europa e Italia (beh magari ora come ora forse meglio che restimo qui….) Si legge ostilità e rabbia nella loro voce e due europei che li ascoltano e scherzano con loro diventano presto loro fratelli! Per dare un giudizio servirebbe sentire anche l’altra capana (non dimentichiamo che il terrorismo negli ultimi anni ha fatto diverse vittime), ma certo che quello curdo sembra un popolo tormentato ma orgoglioso che si spezza ma non si piega, e quello che piu preoccupa è che i giovani sono quelli più incazzati portando avanti questo conflitto come un cane che si mangia la coda. Dopo una visita al negozio di la cui famiglia fa accessori con argento e pietre a mano da 120 anni, e salutato caldamente i due simpatici ‘nuovi fratelli’ vanno lentamente verso l’hotel passando davanti all’autoblindo stavolta guardandolo con occhi diversi. In albergo scoprono che in tv tra la partita di basket e il nonno che parla suo nipote c’è una fellatio di un canale porno, sperando che fosse solo per gli ospiti dell’albergo altrimenti sto ramadan che lo fanno a fare?